Girando qui e girando li, mi ritrovo a Montesarchio un piovoso pomeriggio di novrmbre. Devo sbrigare una pratica al Comune. Beh, partendo da Benevento mi ero detto: questa volta non dovrei avere problemi, l'edificio del Municipio affaccia su una bella piazzetta, che alla "contr'ora" sarà semideserta, pronta a consentirmi un comodo parcheggio giusto innanzi l'ingresso. Anche se piove, non avrò problemi, due passi cauti, per non rischiare di capitombolare sui basalti scivolosi, e sarò dentro. Parto quindi fiducioso, non ho fretta, mi fermo a prendere un caffé al bar. Eccomi che baldanzoso arrivo e scopro di aver, ancora una volta, mal riposto le mie aspettative: il super Sindaco, imprenditore, iperattivo effecientista ed attivitsta dei lavori pubblici di sconvolgimento del centro caudino, ha deciso di chiudere la piazzetta alle auto, tutte le auto. Non si parcheggia, davanti al Municipio. In assoluto l'idea non è male; nel contesto specifico, però siamo difronte ad una cazzata sovrumana. L'antico edificio che ospita il Comune di Montesarchio, infatti, si trova in una zona angusta, in uno slargo decentrato rispetto ad una stretta via in salita, lastricata di basalti in pietra lavica. Dalla via principalel si accede a questo slargo percorrendo una discesetta o scendendo una piccola scalinata in pietra, ripida e molto scivolosa in caso di pioggia. Inutile dire che lungo la strada è difficile parcheggiare e non sono predisposti stalli per disabili. Questa, però, è una apprezzabile omissione in quanto oggettivamente questi stalli rappresenterebbero un'ipocrisia analoga a quella che persiste innanzi al Municipio di Benevento: parcheggi a servizio di edifici inaccessibili e nella fattispecie caudina, addirittura quasi irragiungibili.
Complimenti al Sindaco Izzo, dunque, che nella sua mania di stravolgere il paese ha pensato bene di conservare lo stato di inaccessibilità ed irraggiungibilità materiale del Municipio, evitando l'ipocrisia di predisporre stalli per il parcheggio della automobili al servizio di persone disabili.
Mi sentirei di elargire un bel 110 cum laude.
Qui di seguito le fotografie scattate col telefonino.
campi minati
cronache da luoghi non accessibili
venerdì 26 novembre 2010
martedì 19 ottobre 2010
IMBECILLI IN COMUNE
Ieri sera ho deciso di seguire il lavori del Consiglio Comunale; si parlava di conti e bilancio, la mia materia, ero interessato. La seduta era di quelle critiche perché, avendo i revisori riscontrato alcune irregolarità, lo scioglimento anticipato del Consiglio era una delle possibilità da mettere in conto.
Beh, proprio qualche giorno fa avevo chiesto pubblicamente al Sindaco di rimuovere il posto auto riservato ai disabili innanzi al Municipio perché cronicamente occupato abusivamente, anche da auto di servizio, di assessori e di politicanti vari.
Come ormai suo inFausto costume il Sindaco, cui i quasi cinque anni di miserrima attività amministrativa hanno bronzato la faccia, nonostante la gravità della denuncia, documentata con foto, ha snobbato la provocazione ed ha accuratamente evitato di adottare alcun provvedimento. Non si poteva sperare, dunque, di trovar quello stallo libero; ho parcheggiato in via Rummo e mi sono avviato a piedi con la mia andatura robotizzata, a scatti, verso Palzzo Most(r)i.
Giunto innanzi al Municipio, come pronosticato, lo stallo era occupato, da una BMW; campeggiava sul cruscotto un qualche contrassegno; confesso che per qualche secondo, frazione di secondo, ho gioito pensando, o forse, meglio, sognando, che il posto fosse occupato da un disabile. L'oscurità mi aveva tratto in inganno: il contrassegno era di quelli rossi, quelli che recano la dicitura SPECIALE ASSESSORE. Ebbene si, si trattava dell'auto di un ASSESSORE SPECIALE, uno speciale imbecille. E che fosse un imbecille lo conferma il fatto che, dopo una decina di minuti, avvertito delle foto che avevo appena scattato e del mio sbraitare, mi si è avvicinato e mi ha detto "scusa, era solo per poco".
Ora io vorrei osservare e far osservare che il problema dell'occupazione abusiva dei posti auto riservati ai disabili non è un MIO problema personale, ovvero lo è anche ma non principalmente. E' in gioco, piuttosto, l'idea di una città accessibile ed accogliente per tutti. Gli imbecilli e i teorici della politica dei "grandi", quella delle tessere, degli equlibri(smi), dei tatticismi, delle segreterie, dei grandi temi nazionali, ma che dico, globali, non lo capiscono e derubricano il problema nella categoria "paturnie di un rompiscatole". Attestano, con ciò, la loro pochezza culturale e rendono esplicito, così, il vero dramma intellettuale che alimenta l’inaccessibilità dei luoghi pubblici: i disabili stanno a casa, fanno gli assistiti, sono malati, non partecipano alla vita sociale, capita che qualcuno mette la testa fuori dal sacco, ma è un'anomalia, gli facciamo qualche piacere, con la faccia pietosa, se ci avverte che viene gli lasciamo il posto libero! Ecco io credo che questo sia l'intimo convincimento di questi politicanti da strapazzo, dentro e fuori dai palazzi del potere.
Quando sono andato via dal Consiglio al posto della BMW dell'Assessore imbecille c'era un'altra BMW, era di un qualche altro imbecille che aveva esposto il contrassegno Popolo della Libertà, non si sa se per par condicio di imbecillità con l’assessore di centro sinistra che aveva occupato il posto prima di lui o se perché avesse ritenuto, in un attimo di lucidità, quel contrassegno azzurro identificativo di una disabilità psichica grave. Ad ogni modo mi sento di dire: BRAVI, UN APPLAUSO AD ENTRAMBI.
Alcune domandine finali:
1) Sindaco, vuoi provvedere a rimuovere questo stallo? Non sei in grado manco di dare direttive perché in un'occasione di "gala", come quella di ieri sera, si faccia rispettare il segnale, posto li inutilmente, più o meno sotto la tua sedia in Consiglio? Io mi vergognerei.
2) Ieri sera c'erano 4 vigili urbani, uno nel gabbiotto all'ingresso del Municipio e tre in sala Consiglio. La loro auto (come si vede in foto) era parcheggiata esattamente dietro quella dei due imbecilli che hanno abusivamente occupato lo stallo riservato. Perché non hanno fatto le multe? Almeno questi simpatici politicanti avrebbero perso qualche ora per farsele annullare (ove mai possibile), avrebbero dovuto sbiascicare qualche parola di scuse, articolare una qualche ridicola giustificazione e vedi mai che per una frazione di secondo avrebbero potuto provare un sentimento di vergogna.
Alla prossima mina.
P.S.: Non mi interessa la privacy di un bel nulla. due imbecilli che segnalano la propria auto con contrassegni identificativi della casta politica non hanno diritto ad alcuna privacy. Per cui pubblico le foto con i numeri di targa.
Beh, proprio qualche giorno fa avevo chiesto pubblicamente al Sindaco di rimuovere il posto auto riservato ai disabili innanzi al Municipio perché cronicamente occupato abusivamente, anche da auto di servizio, di assessori e di politicanti vari.
Come ormai suo inFausto costume il Sindaco, cui i quasi cinque anni di miserrima attività amministrativa hanno bronzato la faccia, nonostante la gravità della denuncia, documentata con foto, ha snobbato la provocazione ed ha accuratamente evitato di adottare alcun provvedimento. Non si poteva sperare, dunque, di trovar quello stallo libero; ho parcheggiato in via Rummo e mi sono avviato a piedi con la mia andatura robotizzata, a scatti, verso Palzzo Most(r)i.
Giunto innanzi al Municipio, come pronosticato, lo stallo era occupato, da una BMW; campeggiava sul cruscotto un qualche contrassegno; confesso che per qualche secondo, frazione di secondo, ho gioito pensando, o forse, meglio, sognando, che il posto fosse occupato da un disabile. L'oscurità mi aveva tratto in inganno: il contrassegno era di quelli rossi, quelli che recano la dicitura SPECIALE ASSESSORE. Ebbene si, si trattava dell'auto di un ASSESSORE SPECIALE, uno speciale imbecille. E che fosse un imbecille lo conferma il fatto che, dopo una decina di minuti, avvertito delle foto che avevo appena scattato e del mio sbraitare, mi si è avvicinato e mi ha detto "scusa, era solo per poco".
Ora io vorrei osservare e far osservare che il problema dell'occupazione abusiva dei posti auto riservati ai disabili non è un MIO problema personale, ovvero lo è anche ma non principalmente. E' in gioco, piuttosto, l'idea di una città accessibile ed accogliente per tutti. Gli imbecilli e i teorici della politica dei "grandi", quella delle tessere, degli equlibri(smi), dei tatticismi, delle segreterie, dei grandi temi nazionali, ma che dico, globali, non lo capiscono e derubricano il problema nella categoria "paturnie di un rompiscatole". Attestano, con ciò, la loro pochezza culturale e rendono esplicito, così, il vero dramma intellettuale che alimenta l’inaccessibilità dei luoghi pubblici: i disabili stanno a casa, fanno gli assistiti, sono malati, non partecipano alla vita sociale, capita che qualcuno mette la testa fuori dal sacco, ma è un'anomalia, gli facciamo qualche piacere, con la faccia pietosa, se ci avverte che viene gli lasciamo il posto libero! Ecco io credo che questo sia l'intimo convincimento di questi politicanti da strapazzo, dentro e fuori dai palazzi del potere.
Quando sono andato via dal Consiglio al posto della BMW dell'Assessore imbecille c'era un'altra BMW, era di un qualche altro imbecille che aveva esposto il contrassegno Popolo della Libertà, non si sa se per par condicio di imbecillità con l’assessore di centro sinistra che aveva occupato il posto prima di lui o se perché avesse ritenuto, in un attimo di lucidità, quel contrassegno azzurro identificativo di una disabilità psichica grave. Ad ogni modo mi sento di dire: BRAVI, UN APPLAUSO AD ENTRAMBI.
Alcune domandine finali:
1) Sindaco, vuoi provvedere a rimuovere questo stallo? Non sei in grado manco di dare direttive perché in un'occasione di "gala", come quella di ieri sera, si faccia rispettare il segnale, posto li inutilmente, più o meno sotto la tua sedia in Consiglio? Io mi vergognerei.
2) Ieri sera c'erano 4 vigili urbani, uno nel gabbiotto all'ingresso del Municipio e tre in sala Consiglio. La loro auto (come si vede in foto) era parcheggiata esattamente dietro quella dei due imbecilli che hanno abusivamente occupato lo stallo riservato. Perché non hanno fatto le multe? Almeno questi simpatici politicanti avrebbero perso qualche ora per farsele annullare (ove mai possibile), avrebbero dovuto sbiascicare qualche parola di scuse, articolare una qualche ridicola giustificazione e vedi mai che per una frazione di secondo avrebbero potuto provare un sentimento di vergogna.
Alla prossima mina.
P.S.: Non mi interessa la privacy di un bel nulla. due imbecilli che segnalano la propria auto con contrassegni identificativi della casta politica non hanno diritto ad alcuna privacy. Per cui pubblico le foto con i numeri di targa.
giovedì 14 ottobre 2010
Innovazione tecnologica: senza ascensore, salire a piedi
Il Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno e delle aree interne della Campania è una società consortile a capitale pubblico-privato e persegue l’obiettivo di “favorire il trasferimento tecnologico e la diffusione dell’innovazione”, come si legge nella brochure scaricabile dalla rete al sito http://www.pstsa.it/NuovoSito/file/BrochurePSTSA.pdf.
Si tratta di una società che opera utilizzando fondi pubblici e che proclama di essere iscritta ed accreditata all’Albo dei Laboratori di Ricerca del MIUR, al pomposissimo Albo della Regione Campania dei soggetti abilitati all’erogazione di servizi di consulenza e commesse di ricerca a sostegno dell’innovazione e dello sviluppo scientifico e tecnologico delle PMI della Campania nonché di detenere la certificazione di qualità ISO9001. Parliamo, dunque, stando ai titoli ed alla missione aziendale innanzi ad un organismo che dovrebbe rappresentare l’avanguardia del progresso, il laboratorio della tecnologia applicata, quella che destinata a migliorare la nostra vita.
A Benevento c’è una sede distaccata del Parco Scientifico e Tecnologico, in viale San Lorenzo, nelle immediate adiacenze del santuario della Madonna delle Grazie; l’edificio non è nuovissimo ed ERA inaccessibile, essendo privo di ascensore per raggiungere i piani superiori, ove sono ubicati gli uffici. Opportuni lavori di adeguamento hanno dotato la struttura di un ascensore a norma, sicché può dirsi che a Benevento il Parco Scientifico e Tecnologico ha una sede almeno “visitabile”.
A Salerno c’è la sede principale di questo Parco; si trova in un antico e bellissimo palazzo di proprietà del Comune, in pieno centro storico, in area pedonale, non aggiungibile in auto né servita da parcheggi. Le sale della sede principale di questa struttura impegnata a promuovere l’innovazione sul territorio sono ampie, alte e decorate con stucchi ed affreschi. Si può ben dire, in sostanza, che questa sia una sede di alta rappresentanza, in cui ci si può sentire veramente importanti! Peccato che possano accedervi (e non senza fatica) solo persone in ottime condizioni fisiche e cardiache: per accedere agli uffici del PST di Salerno bisogna, infatti, affrontare una scalata di una cinquantina di alti e ripidi scalini, senza poter godere manco dell’ausilio di un montascale. Per dirla in breve, la sede LEGALE della società, anche pubblica, incaricata di promuovere l’innovazione a Salerno e nelle aree interne della Campania è INACCESSIBILE, ossia ILLEGALE. Bell’esempio di innovazione; complimenti al blasonato De Luca, proprietario, in quanto Sindaco, della struttura.
Detto questo rimangono alcuni interrogativi, di sistema potremmo definirli.
Il PST vive sostanzialmente di fondi pubblici, Regionali, Statali e Comunitari. Mi chiedo, dunque: la Regione, i vari ministeri che erogano fondi e, soprattutto, la UE lo sanno che il PST ha una sede INACCESSIBILE?
Mi dicono, poi, che sia stata più volte proposta progettata l’installazione di un ascensore ma che la Soprintendenza si è opposta o ha creato insuperabili problemi; esattamente come a Benevento per Palazzo Mosti. Sovviene, dunque, la seconda domanda: come mai questa Soprintendenza che ai privati concede di tutto (vedi a Benevento l’albergo costruito in area archeologica o l’edifico appena ristrutturato di fronte all’arco di Traiano) è così severa quando si tratta di adeguare gli edifici pubblici? Gli ingegneri e gli architetti degli Enti pubblici sono meno bravi di quelli che seguono le ditte private? C’è, forse, qualche procedura che il pubblico non riesce ad attivare? C’è qualche percorso, precluso al pubblico, che invece i privati riescono a seguire per ottenere il placet della soprintendenza?
Mi viene da dire, in modo viscerale: ma come cavolo è possibile che questa Soprintendenza sia così rigorosa col pubblico e così lasciva col privato?
Si tratta di una società che opera utilizzando fondi pubblici e che proclama di essere iscritta ed accreditata all’Albo dei Laboratori di Ricerca del MIUR, al pomposissimo Albo della Regione Campania dei soggetti abilitati all’erogazione di servizi di consulenza e commesse di ricerca a sostegno dell’innovazione e dello sviluppo scientifico e tecnologico delle PMI della Campania nonché di detenere la certificazione di qualità ISO9001. Parliamo, dunque, stando ai titoli ed alla missione aziendale innanzi ad un organismo che dovrebbe rappresentare l’avanguardia del progresso, il laboratorio della tecnologia applicata, quella che destinata a migliorare la nostra vita.
A Benevento c’è una sede distaccata del Parco Scientifico e Tecnologico, in viale San Lorenzo, nelle immediate adiacenze del santuario della Madonna delle Grazie; l’edificio non è nuovissimo ed ERA inaccessibile, essendo privo di ascensore per raggiungere i piani superiori, ove sono ubicati gli uffici. Opportuni lavori di adeguamento hanno dotato la struttura di un ascensore a norma, sicché può dirsi che a Benevento il Parco Scientifico e Tecnologico ha una sede almeno “visitabile”.
A Salerno c’è la sede principale di questo Parco; si trova in un antico e bellissimo palazzo di proprietà del Comune, in pieno centro storico, in area pedonale, non aggiungibile in auto né servita da parcheggi. Le sale della sede principale di questa struttura impegnata a promuovere l’innovazione sul territorio sono ampie, alte e decorate con stucchi ed affreschi. Si può ben dire, in sostanza, che questa sia una sede di alta rappresentanza, in cui ci si può sentire veramente importanti! Peccato che possano accedervi (e non senza fatica) solo persone in ottime condizioni fisiche e cardiache: per accedere agli uffici del PST di Salerno bisogna, infatti, affrontare una scalata di una cinquantina di alti e ripidi scalini, senza poter godere manco dell’ausilio di un montascale. Per dirla in breve, la sede LEGALE della società, anche pubblica, incaricata di promuovere l’innovazione a Salerno e nelle aree interne della Campania è INACCESSIBILE, ossia ILLEGALE. Bell’esempio di innovazione; complimenti al blasonato De Luca, proprietario, in quanto Sindaco, della struttura.
Detto questo rimangono alcuni interrogativi, di sistema potremmo definirli.
Il PST vive sostanzialmente di fondi pubblici, Regionali, Statali e Comunitari. Mi chiedo, dunque: la Regione, i vari ministeri che erogano fondi e, soprattutto, la UE lo sanno che il PST ha una sede INACCESSIBILE?
Mi dicono, poi, che sia stata più volte proposta progettata l’installazione di un ascensore ma che la Soprintendenza si è opposta o ha creato insuperabili problemi; esattamente come a Benevento per Palazzo Mosti. Sovviene, dunque, la seconda domanda: come mai questa Soprintendenza che ai privati concede di tutto (vedi a Benevento l’albergo costruito in area archeologica o l’edifico appena ristrutturato di fronte all’arco di Traiano) è così severa quando si tratta di adeguare gli edifici pubblici? Gli ingegneri e gli architetti degli Enti pubblici sono meno bravi di quelli che seguono le ditte private? C’è, forse, qualche procedura che il pubblico non riesce ad attivare? C’è qualche percorso, precluso al pubblico, che invece i privati riescono a seguire per ottenere il placet della soprintendenza?
Mi viene da dire, in modo viscerale: ma come cavolo è possibile che questa Soprintendenza sia così rigorosa col pubblico e così lasciva col privato?
giovedì 30 settembre 2010
SINDACO, RIMUOVI IL POSTO PER DISABILI DAVANTI AL MUNICIPIO E REVOCA LA DELEGA ALL'ASSESSORE DAMIANO
Caro Fausto,
accade spesso che l'area di sosta riservata ai disabili, innanzi a Palazzo Mosti, sia occupata da auto non al servizio di disabili.
La vettura che in questa foto, scattata qualche mattina fa, occupa abusivamente il posto riservato ai disabili è un auto di servizio del Comune, con tanto di stemma metallico esposto impudicamente sul parabrezza. Sai bene che non è un caso eccezionale né isolato: amministratori, dipendenti comunali, politici vari all’occasione parcheggiano li, senza remore.
Converrai che si tratta di un intollerabile oltraggio alle regole del codice della strada e prima ancora a quelle della convivenza civile; un’indecenza, rappresentativa della profonda indifferenza della città al tema delle barriere architettoniche.
Non mi piace distinguere i cittadini o le comunità tra civili ed incivili, sono disincantato e "darwinista" al punto da considerare scontato che ciascuno faccia ciò che più gli è comodo, entro il limite dei comportamenti non puniti, non sanzionati, tollerati (dalla legge, dalle autorità, dalla religione, dalla morale diffusa). Per cui, sinché l'abusivo occupante dell'area riservata ai disabili non sia certo o quasi certo della rimozione forzata (sanzione espressiva della pubblica disapprovazione verso quel comportamento) continuerà impunemente ed impudicamente a parcheggiare; figurarsi poi se oltre a non essere debitamente sanzionata, questa occupazione abusiva è addirittura praticata da dipendenti comunali ed Amministratori. Nessun pericolo di incorrere in sanzioni, nessuna remora morale o etica e almeno una valida attenuante: lo fanno anche in Comune! Benissimo.
Benissimo anche che Palazzo Mosti sia un “campo minato” per eccellenza ossia un luogo totalmente inaccessibile, apprestato per innescare una babele di esplosioni interiori di rabbia e frustrazione nel disabile che sciaguratamente dovesse pensare di farti visita o di assistere al Consiglio Comunale o di depositare un qualche plico al protocollo. Mi permetto di osservare che l'unico ufficio appena accessibile è quello dell'Assessore al Lavoro e Formazione, che infatti, come ricorderai, abbiamo talora utilizzato per ricevere delegazioni partecipate da disabili.
Ricorderai anche che, su mia sollecitazione, hai istituito la delega alla “promozione degli interventi per l’accessibilità” di cui io stesso mi sono occupato solo per pochissimi mesi, succeduto poi da Aldo Damiano, anche Assessore ai Lavori Pubblici, che non pare essersi impegnato molto.
La ristrutturazione di Palazzo Mosti, del resto, è terminata senza l’installazione dell’ascensore, che pure era stata data per scontata.
Concludo con una proposta: elimina le ipocrisie, fai rimuovere quel posto auto riservato innanzi ad un Municipio inaccessibile e ritira la delega alla promozione degli interventi per l’accessibilità, evitando così che l’Assessore Damiano possa essere anche solo potenzialmente distolto dai progetti, dai bandi, dalle gare e dai tagli di nastro dei Lavori Pubblici.
Antonio Medici
accade spesso che l'area di sosta riservata ai disabili, innanzi a Palazzo Mosti, sia occupata da auto non al servizio di disabili.
La vettura che in questa foto, scattata qualche mattina fa, occupa abusivamente il posto riservato ai disabili è un auto di servizio del Comune, con tanto di stemma metallico esposto impudicamente sul parabrezza. Sai bene che non è un caso eccezionale né isolato: amministratori, dipendenti comunali, politici vari all’occasione parcheggiano li, senza remore.
Converrai che si tratta di un intollerabile oltraggio alle regole del codice della strada e prima ancora a quelle della convivenza civile; un’indecenza, rappresentativa della profonda indifferenza della città al tema delle barriere architettoniche.
Non mi piace distinguere i cittadini o le comunità tra civili ed incivili, sono disincantato e "darwinista" al punto da considerare scontato che ciascuno faccia ciò che più gli è comodo, entro il limite dei comportamenti non puniti, non sanzionati, tollerati (dalla legge, dalle autorità, dalla religione, dalla morale diffusa). Per cui, sinché l'abusivo occupante dell'area riservata ai disabili non sia certo o quasi certo della rimozione forzata (sanzione espressiva della pubblica disapprovazione verso quel comportamento) continuerà impunemente ed impudicamente a parcheggiare; figurarsi poi se oltre a non essere debitamente sanzionata, questa occupazione abusiva è addirittura praticata da dipendenti comunali ed Amministratori. Nessun pericolo di incorrere in sanzioni, nessuna remora morale o etica e almeno una valida attenuante: lo fanno anche in Comune! Benissimo.
Benissimo anche che Palazzo Mosti sia un “campo minato” per eccellenza ossia un luogo totalmente inaccessibile, apprestato per innescare una babele di esplosioni interiori di rabbia e frustrazione nel disabile che sciaguratamente dovesse pensare di farti visita o di assistere al Consiglio Comunale o di depositare un qualche plico al protocollo. Mi permetto di osservare che l'unico ufficio appena accessibile è quello dell'Assessore al Lavoro e Formazione, che infatti, come ricorderai, abbiamo talora utilizzato per ricevere delegazioni partecipate da disabili.
Ricorderai anche che, su mia sollecitazione, hai istituito la delega alla “promozione degli interventi per l’accessibilità” di cui io stesso mi sono occupato solo per pochissimi mesi, succeduto poi da Aldo Damiano, anche Assessore ai Lavori Pubblici, che non pare essersi impegnato molto.
La ristrutturazione di Palazzo Mosti, del resto, è terminata senza l’installazione dell’ascensore, che pure era stata data per scontata.
Concludo con una proposta: elimina le ipocrisie, fai rimuovere quel posto auto riservato innanzi ad un Municipio inaccessibile e ritira la delega alla promozione degli interventi per l’accessibilità, evitando così che l’Assessore Damiano possa essere anche solo potenzialmente distolto dai progetti, dai bandi, dalle gare e dai tagli di nastro dei Lavori Pubblici.
Antonio Medici
mercoledì 29 settembre 2010
martedì 21 settembre 2010
Dotto', se poi non ci sto io glielo dite.......
La Commissione Tributaria Regionale è il tribunale di appello per le cause tributarie. In Campania ha sede a Napoli, al centro direzionale, l’avanguardia urbanistica ed architettonica della città. La Commissione Tributaria è un posto dove si produce giustizia, giustizia fiscale.
L’accesso alla stabile ove sono ubicate le segreterie, le aule di udienza, gli uffici che ricevono gli atti è posto in un alto edificio, al centro di un’enorme area adibita a parcheggio, al parcheggio di non si sa chi. Certamente non a quello degli utenti della Commissione, fossero pure disabili: una sbarra radiocomandata da un poliziotto blindato in uan guardiola ne impedisce infatti l’accesso ai più. Sono pochissimi privilegiati che possono entrare, non è ben chiaro in base a quale requisito. Mi viene da pensare che dipenda dal tipo di auto, attestante un certo status, quando vedo entrare parcheggiare una porsche (forse però è di qualche dipendente, un super dipendente).
Ad ogni modo, con l’assistenza del solito cordiale parcheggiatore abusivo, sistemo la macchina appena fuori la recinzione di questo enorme, semivuoto e desolato parcheggio e mi avvio a piedi verso gli uffici della Commissione, col mio pesante fardello di carte. E sarà per questo pesoche barcollo più del solito nella mia camminata meccanica. La vastità dello spazio vuoto, del parcheggio sotto utilizzato e comunque inaccessibile, amplifica un <<DOTTOOO’>> che sento arrivare da dietro. E’ il poliziotto, uscito dal gabbiotto blindato che mi chiama: “dotto’ venite qua mo’ vi faccio entrare, venite appresso a me’ e vi faccio vedere dove la potete mettere la macchina”. Mi conduce, attraverso una sorta di passaggio segreto a parcheggiare nei pressi dell’ingresso di un bar, a pochi metri dall’ingresso dello stabile della Commissione. Quando scendo dalla macchina aggiunge: “a possim vota si nun c’ stong io, vui c’ho dicit che io v facc’ passa’ e chill v’arapre. Po’ si ca ce sta gente, che nun putit parcheggià facit nun poc e manovra e a’ mettit annaz o’ bar” (la prossima volta se non ci sto io, dite alla guarda di turno che io vi faccio passare, se poi qui ci sono persone e non potete parcheggiare fate un po’ di manovra e mettete l’auto davanti al bar). Sono in dubbio se offrirgli un caffe’ o meno, non mi piace l’idea di aver l’aria di uno che corrompe (con un caffe’ poi!), mi limito a ringraziare.
Ecco cosa è l’accessibilità a Napoli (ma anche in molti altri posti): un poliziotto mosso a compassione o un “mi manda Picone”!
La legge, quella cazzo di legge che impone 1 parcheggio riservato ai disabili ogni 50 posti auto, quella che impone l’accessibilità degli uffici pubblici, viene violata dallo Stato innanzitutto, a dar prova che è carta straccia.
L’accesso alla stabile ove sono ubicate le segreterie, le aule di udienza, gli uffici che ricevono gli atti è posto in un alto edificio, al centro di un’enorme area adibita a parcheggio, al parcheggio di non si sa chi. Certamente non a quello degli utenti della Commissione, fossero pure disabili: una sbarra radiocomandata da un poliziotto blindato in uan guardiola ne impedisce infatti l’accesso ai più. Sono pochissimi privilegiati che possono entrare, non è ben chiaro in base a quale requisito. Mi viene da pensare che dipenda dal tipo di auto, attestante un certo status, quando vedo entrare parcheggiare una porsche (forse però è di qualche dipendente, un super dipendente).
Ad ogni modo, con l’assistenza del solito cordiale parcheggiatore abusivo, sistemo la macchina appena fuori la recinzione di questo enorme, semivuoto e desolato parcheggio e mi avvio a piedi verso gli uffici della Commissione, col mio pesante fardello di carte. E sarà per questo pesoche barcollo più del solito nella mia camminata meccanica. La vastità dello spazio vuoto, del parcheggio sotto utilizzato e comunque inaccessibile, amplifica un <<DOTTOOO’>> che sento arrivare da dietro. E’ il poliziotto, uscito dal gabbiotto blindato che mi chiama: “dotto’ venite qua mo’ vi faccio entrare, venite appresso a me’ e vi faccio vedere dove la potete mettere la macchina”. Mi conduce, attraverso una sorta di passaggio segreto a parcheggiare nei pressi dell’ingresso di un bar, a pochi metri dall’ingresso dello stabile della Commissione. Quando scendo dalla macchina aggiunge: “a possim vota si nun c’ stong io, vui c’ho dicit che io v facc’ passa’ e chill v’arapre. Po’ si ca ce sta gente, che nun putit parcheggià facit nun poc e manovra e a’ mettit annaz o’ bar” (la prossima volta se non ci sto io, dite alla guarda di turno che io vi faccio passare, se poi qui ci sono persone e non potete parcheggiare fate un po’ di manovra e mettete l’auto davanti al bar). Sono in dubbio se offrirgli un caffe’ o meno, non mi piace l’idea di aver l’aria di uno che corrompe (con un caffe’ poi!), mi limito a ringraziare.
Ecco cosa è l’accessibilità a Napoli (ma anche in molti altri posti): un poliziotto mosso a compassione o un “mi manda Picone”!
La legge, quella cazzo di legge che impone 1 parcheggio riservato ai disabili ogni 50 posti auto, quella che impone l’accessibilità degli uffici pubblici, viene violata dallo Stato innanzitutto, a dar prova che è carta straccia.
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