La Commissione Tributaria Regionale è il tribunale di appello per le cause tributarie. In Campania ha sede a Napoli, al centro direzionale, l’avanguardia urbanistica ed architettonica della città. La Commissione Tributaria è un posto dove si produce giustizia, giustizia fiscale.
L’accesso alla stabile ove sono ubicate le segreterie, le aule di udienza, gli uffici che ricevono gli atti è posto in un alto edificio, al centro di un’enorme area adibita a parcheggio, al parcheggio di non si sa chi. Certamente non a quello degli utenti della Commissione, fossero pure disabili: una sbarra radiocomandata da un poliziotto blindato in uan guardiola ne impedisce infatti l’accesso ai più. Sono pochissimi privilegiati che possono entrare, non è ben chiaro in base a quale requisito. Mi viene da pensare che dipenda dal tipo di auto, attestante un certo status, quando vedo entrare parcheggiare una porsche (forse però è di qualche dipendente, un super dipendente).
Ad ogni modo, con l’assistenza del solito cordiale parcheggiatore abusivo, sistemo la macchina appena fuori la recinzione di questo enorme, semivuoto e desolato parcheggio e mi avvio a piedi verso gli uffici della Commissione, col mio pesante fardello di carte. E sarà per questo pesoche barcollo più del solito nella mia camminata meccanica. La vastità dello spazio vuoto, del parcheggio sotto utilizzato e comunque inaccessibile, amplifica un <<DOTTOOO’>> che sento arrivare da dietro. E’ il poliziotto, uscito dal gabbiotto blindato che mi chiama: “dotto’ venite qua mo’ vi faccio entrare, venite appresso a me’ e vi faccio vedere dove la potete mettere la macchina”. Mi conduce, attraverso una sorta di passaggio segreto a parcheggiare nei pressi dell’ingresso di un bar, a pochi metri dall’ingresso dello stabile della Commissione. Quando scendo dalla macchina aggiunge: “a possim vota si nun c’ stong io, vui c’ho dicit che io v facc’ passa’ e chill v’arapre. Po’ si ca ce sta gente, che nun putit parcheggià facit nun poc e manovra e a’ mettit annaz o’ bar” (la prossima volta se non ci sto io, dite alla guarda di turno che io vi faccio passare, se poi qui ci sono persone e non potete parcheggiare fate un po’ di manovra e mettete l’auto davanti al bar). Sono in dubbio se offrirgli un caffe’ o meno, non mi piace l’idea di aver l’aria di uno che corrompe (con un caffe’ poi!), mi limito a ringraziare.
Ecco cosa è l’accessibilità a Napoli (ma anche in molti altri posti): un poliziotto mosso a compassione o un “mi manda Picone”!
La legge, quella cazzo di legge che impone 1 parcheggio riservato ai disabili ogni 50 posti auto, quella che impone l’accessibilità degli uffici pubblici, viene violata dallo Stato innanzitutto, a dar prova che è carta straccia.
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